Prima del frigorifero: la ghiacciaia negli anni ’30, ’40 e ‘50

Ad oggi ci sembra impossibile pensare di farne a meno, ma in realtà non è trascorso poi così tanto tempo dall’invenzione del frigorifero. Passato alla storia come “kelvinator”, l’elettrodomestico che ha rivoluzionato la quotidianità di ciascuno di noi ha fatto la sua prima comparsa a Chicago poco prima del 1920, ma per la sua diffusione a livello industriale bisognerà aspettare ancora una decina di anni. Inutile dirlo, il frigorifero è arrivato in Italia qualche tempo dopo; prima di questo momento, negli anni ’30, ’40 e ’50 ci si serviva della ghiacciaia.

Invenzione del frigorifero: quando è arrivata in Italia?

Abbiamo detto che l’invenzione del frigorifero risale a circa 100 anni fa, ma in realtà questo ha iniziato a fare il suo ingresso nelle case degli italiani solo verso la metà degli anni ’40. Ovviamente si trattava di un “lusso” appannaggio dei più abbienti. Il frigorifero è diventato un bene alla portata di tutti solo dopo gli anni ’60, anni del boom economico.

Conservazione degli alimenti prima del frigorifero

Ma come avveniva la conservazione degli alimenti, soprattutto quelli freschi, quando non c’era il frigorifero? Beh, innanzitutto occorre specificare che i cosiddetti alimenti deperibili dovevano essere assolutamente consumati in giornata o nell’arco delle 48 ore. Tutti gli alimenti derivanti dal maiale venivano conservati con la sugna, in modo da poter durare più a lungo. Non bisogna dimenticare poi che molti prodotti venivano messi sott’olio, sott’aceto o sotto sale. Altre metodologie di conservazione del cibo largamente utilizzate erano l’essicazione, l’affumicatura e la salamoia.

Formazione del ghiaccio prima del frigorifero

Per quanto riguarda la formazione del ghiaccio, indispensabile nella produzione di alcuni alimenti come il burro, bisognava ricorrere alla ghiacciaia. Partiamo dal presupposto che ogni centro abitato si avvaleva di un grande buco adibito alla raccolta della neve; questo veniva poi ricoperto con delle fascine in modo da consentire la trasformazione della neve in ghiaccio. Vi era poi una persona incaricata di supervisionare la ghiacciaia che aveva il compito di tagliare di volta in volta il ghiaccio che diveniva necessario, per mezzo di una sega.

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